"Un uomo può essere sé stesso soltanto quando è solitario. E se non ama la solitudine vuol dire che non ama la libertà. Perché è soltanto quando è solo che è davvero libero."
Arthur Schopenhauer
Arthur Schopenhauer
"La felicità è reale solo se condivisa."
Christopher McCandless
Due citazioni che sembrerebbero in antitesi, anche se estrapolate da un contesto più ampio. Soffermandosi solo sulle righe citate, mi chiedo quale delle due frasi si avvicini maggiormente alla realtà. Davvero per sentirsi liberi bisogna essere soli? O la vita, senza condivisione, non è nulla?
Christopher McCandless era in cerca della libertà, ma solo in fin di vita si rese conto di qualcosa che gli mancava nel profondo.
Io amo la mia solitudine, ma mi rendo conto di quanto sia bello condividere pezzi di vita con gli altri. Le relazioni sono per me arricchimento, anche quelle fugaci o quelle tortuose.
Eppure, non è forse vero che a volte per entrare in contatto con gli altri ci adattiamo, cerchiamo di sintonizzarci sulla stessa frequenza? Sarà che ogni persona rivela in noi, magari anche inconsciamente, differenti sfumature. Questo può definirsi "mancanza di libertà"? Io credo di no.
E voi?
Cosa ne pensate?