25 febbraio 2024

Odore di legna che brucia



Se dovessi associare al ricordo di quel luogo un odore, sarebbe l'odore della legna che brucia. Ne basta un lieve sentore e mi immagino lì, mi sembra di esserci davvero.
Quell'odore ne evoca a ruota mille altri. E allora mi arriva alla mente l'odore delle estati e il suono delle risa, le ruote delle biciclette veloci per le strade in mezzo ai campi. E poi scampoli di stagioni, i colori rossi dell'autunno, il profumo di un bosco inzuppato di pioggia, umido di nebbia, immerso in un'aria fredda e pura. Immagino questo bosco che poi si copre di neve silenziosa e immagino i miei passi che rompono il silenzio. 
E poi una casa, l'odore antico delle cantine, le scale alte di pietra, sbeccate in cima; un camino con un fuoco che crepita, io che leggo un libro davanti a quel camino, la sala da pranzo, le travi sul soffitto, le foto alle pareti, la nostra stanza, il tepore delle coperte e il loro profumo di lavanda.
Di quella casa ho dei sassi con me. Non so dire a quale stanza appartenessero, ma di sicuro si trovavano lì, in quel perimetro dove un tempo sorgevano le mura. Immagino che quei sassi sappiano ancora di me e della mia vita lì dentro, che ne conservino memoria. 
Ci torno ancora in quel luogo, ci torno spesso. Perché la vita non si arrende, perché le montagne sono ancora così belle e sono come sorelle, nonostante tutto.

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